La certosa di San Martino è tra i maggiori complessi monumentali di Napoli
costituisce, in assoluto, uno dei più riusciti esempi di architettura e arte barocca insieme alla Reale cappella del tesoro di San Gennaro. Essa è situata sulla collina del Vomero, accanto a castel Sant'Elmo. Nel dicembre 2010 il decreto n. 851 del Ministero per i Beni Culturali emesso su proposta della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici di Napoli e provincia, ha dichiarato la collina su cui sorge la certosa “monumento nazionale”[1].
Dal 1866 la certosa ospita il Museo nazionale di San Martino.
Nel 1325, sulla sommità del colle, Carlo duca di Calabria, primogenito di Roberto d'Angiò, fece erigere il monastero. Della primitiva soluzione architettonica della fabbrica, voluta accanto al castello di Belforte (1325), rimangono pochissimi elementi: sono riconoscibili alcune aperture con archetti in stile catalano che si trovano nell’ex refettorio, usate probabilmente come passavivande, venute alla luce in un recente restauro.
La chiesa, a navata unica con sei cappelle (due di esse sono comunicanti con le prime di destra e di sinistra), presenta un alto livello di decorazione a cavallo tra il XVI secolo e il XVIII secolo.
Vi sono dipinti dello Stanzione e di Andrea Vaccaro, affreschi di Belisario Corenzio e sculture di Matteo Bottiglieri. A destra si accede alla Cappella del Rosario, decorata da Domenico Antonio Vaccaro, dove si trova pure una tela di Battistello Caracciolo.
Nel presbiterio, antistante all'altare, c'è la balaustra in pietre dure realizzata su disegno del Tagliacozzi Canale. L'altare invece è realizzato su disegno di Francesco Solimena.
L'abside vanta un pavimento marmoreo del Fanzago ed un grandioso coro ligneo del 1629. Nella parete di fondo sono disposte le statue raffiguranti la Vita Attiva di Pietro Bernini e la Vita Contemplativa di Giovanni Battista Caccini, e una Natività di Guido Reni. Gli affreschi della volta sono del Cavalier d'Arpino e di Giovanni Lanfranco che ha affrescato la Crocifissione della lunetta. Nella parete destra vi sono le tele raffiguranti l'Ultima cena di Stanzione e l'Istituzione dell'Eucarestia di Carletto Caliari; in quella di sinistra invece vi sono le tele raffiguranti la Comunione degli apostoli di Jusepe de Ribera e la Lavanda dei piedi di Battistello Caracciolo.
Dalla zona absidale si accede agli altri ambienti del complesso.
Di notevole interesse sono anche le porcellane di Capodimonte e l'arte presepiale che il museo ospita. Nella certosa sono collocate, infine, diverse sculture di Pietro Bernini, come la Madonna col Bambino e San Giovannino ed una tavola, recentemente acquistata dallo Stato italiano, di rilevanza storica per quanto concerne l'evoluzione urbanistica della città: la Tavola Strozzi.